In astronomia le distanze sono generalmente espresse in unità non metriche come: anni luce, unità astronomiche (AU), parsecs, ecc. Perché non usano metri (o multipli di esse) per misurare le distanze, poiché queste sono le unità SI per distanza? Poiché il misuratore è già utilizzato nella fisica delle particelle per misurare la dimensione degli atomi, perché non potrebbe essere utilizzato in astrofisica per misurare le grandi distanze nell'Universo?
Per esempio:
- L'ISS orbita a circa 400 km sopra la Terra.
- Il diametro del Sole è di 1,39 Gm (gigametri).
- La distanza dalla galassia di Andromeda è di 23 Zm (zettametri).
- Nel suo punto più lontano, Plutone è 5,83 Tm (terametri) dal Sole.
Modifica: alcuni hanno risposto che i contatori sono troppo piccoli e quindi non intuitivi per misurare grandi distanze, tuttavia ci sono molte situazioni in cui questo non è un problema, ad esempio:
- I byte vengono utilizzati per misurare enormi quantità di dati, ad esempio terabyte (1e + 12) o petabyte (1e + 15)
- L'energia rilasciata da grandi esplosioni è solitamente espressa in megatoni, che si basa su grammi (1e + 12)
- L'unità SI Hertz è spesso espressa in gigahertz (1e + 9) o terahertz (1e + 12) per misurare le frequenze di rete o le velocità di clock del processore.
Se il motivo principale per cui non si usano i contatori è storico, è ragionevole aspettarsi che le unità SI diventino lo standard in astronomia, come la maggior parte del mondo passato dalle unità native alle unità SI per le misurazioni quotidiane?