In questi giorni sto guardando amplificatori operazionali; da quello che ho visto, implementarli in un circuito è abbastanza semplice, almeno quando sono collegati come "non invertenti". Determinare il guadagno / amplificazione è possibile facendo un calcolo di due resistori, R1 e R2 (R2 dovrebbe essere chiamato "resistore di retroazione"?)
(L'immagine è tratta da http://mustcalculate.com/electronics/noninvertingopamp.php .)
Lasciami fare un esempio pratico per spiegare dove sono le mie domande:
Nel mio esempio ho scelto di implementare un amplificatore operazionale (ad esempio, il TLV272 , che è anche "rail to rail") come "amplificatore non invertente". Quindi voglio aumentare una tensione da 10 volt a 15 volt (per essere sicuri, alimenterò l'amplificatore operazionale con un alimentatore di 15 volt). Bene: dall'equazione devo scegliere un valore di 20 kΩ per R1 e un valore di 10 kΩ per R2, che equivale a un'amplificazione di 3,522 dB (guadagno di tensione 1,5).
OK, ma potrei anche fare lo stesso scegliendo R1 come 200 kΩ e R2 come 100 kΩ, oppure aumentare questi valori fino a R1 di 200 MΩ e R2 di 100 MΩ (o al contrario: R1 di 2 milliohm e R2 di 1 milliohm): in tutti questi casi avrò comunque un guadagno di 1,5, ma con gamme di resistori totalmente diversi, in termini di valori.
Non riesco a capire i criteri (in termini di intervallo) su come scegliere questi resistori. Forse questo criterio è correlato al tipo di segnale che l'amplificatore operazionale dovrà manipolare sul suo input? O cos'altro? E nell'esempio pratico, quale sarà la differenza se aumenterò un segnale usando "R1 = 2 kΩ R2 = 1 kΩ" e "R1 = 200 MΩ R2 = 100 MΩ"?
EDIT: Ho visto che la mia domanda è stata modificata, anche per correggere la mia grammatica: grazie. Mi dispiace per i miei errori di ortografia, ma l'inglese non è la mia lingua principale. La prossima volta, cercherò di essere più preciso nella mia grammatica.