1) Non si conoscono implicazioni in nessuna delle due direzioni. Sappiamo che P = NP implica P = PH. Ma non sappiamo se BQP e QMA sono in PH, quindi forse P potrebbe eguagliare NP ma BQP e QMA non crollerebbero ancora. (D'altra parte, nota che QMA⊆PP⊆P #P , quindi P = P #P implicherebbe BQP = QMA.) Mostrare che BQP = QMA implica P = NP sembra ancora più senza speranza nell'attuale stato di conoscenza .
2) Assolutamente, tutte e tre le barriere si applicano con piena forza a BQP vs. QMA (e persino al problema "più semplice" di dimostrare P ≠ PSPACE). Innanzitutto, rispetto a un oracolo PSPACE (o anche all'estensione di basso grado di un oracolo PSPACE), abbiamo
P = NP = BQP = QMA = PSPACE,
quindi, per separare una di queste classi, saranno certamente necessarie tecniche non relativizzanti e non algebrizzanti. In secondo luogo, per ottenere una barriera di prove naturali per mettere cose al di fuori di BQP, tutto ciò che serve è una famiglia di funzioni pseudocasuali calcolabile in BQP, che è un requisito formalmente più debole di una famiglia di funzioni pseudocasuali calcolabile in P.
Addendum: lasciami dire qualcosa su una "metaquestione" alla quale non hai chiesto ma accennato, del perché le persone si concentrano ancora su P vs. NP anche se crediamo che la natura sia quantistica. Personalmente, ho sempre visto P vs. NP come nient'altro che il "fiore all'occhiello" per un mucchio di domande barriera nella teoria della complessità (P vs. PSPACE, P vs. BQP, NP vs. coNP, NP vs. BQP, l'esistenza di funzioni a senso unico, ecc.), nessunadi cui sappiamo rispondere, e tutti i quali sono collegati nel senso che qualsiasi svolta con uno porterebbe molto probabilmente a scoperte con gli altri (anche dove non abbiamo implicazioni formali tra le domande, che in molti casi abbiamo fare). P vs. NP non è intrinsecamente più fondamentale di nessuno degli altri - ma se dobbiamo scegliere una domanda da servire come elemento secondario per la complessità, allora è una buona scelta.