Questa è una solita affermazione sulla famiglia esponenziale, ma a mio avviso, la maggior parte delle volte è dichiarata in un modo che può confondere il lettore meno esperto. Perché, preso al valore nominale, potrebbe essere interpretato come "se la nostra variabile casuale segue una distribuzione nella famiglia esponenziale, quindi se prendiamo un campione e lo inseriamo nella statistica sufficiente, otterremo il vero valore atteso della statistica ". Se solo fosse così ... Inoltre non tiene conto delle dimensioni del campione, il che può causare ulteriore confusione.
La funzione di densità esponenziale è
fX( x ) = h ( x ) eη( θ ) T( x )e- A ( θ )(1)
dove è la statistica sufficiente.T( x )
Poiché questa è una densità, deve integrarsi nell'unità, quindi ( è il supporto di X )SXX
∫SXh ( x ) eη( θ ) T( x )e- A ( θ )dx = 1(2)
Eq. vale per tutti θ in modo da poter differenziare entrambe le parti rispetto ad esso:( 2 )θ
∂∂θ∫SXh ( x ) eη( θ ) T( x )e- A ( θ )dx = ∂( 1 )∂θ= 0(3)
Intercambiando l'ordine di differenziazione e integrazione, otteniamo
∫SX∂∂θ( h ( x ) eη( θ ) T( x )e- A ( θ )) dx = 0(4)
Effettuare la differenziazione che abbiamo
∂∂θ(h(x)eη(θ)T(x)e−A(θ))=fX(x)[T(x)η′(θ)−A′(θ)](5)
(5)(4)
∫SxfX(x)[T(x)η′(θ)−A′(θ)]dx=0
⇒η′(θ)E[T(X)]−A′(θ)=0⇒E[T(X)]=A′(θ)η′(θ)(6)
(6)θθT(X)θ0(6)
Eθ0[T(X)]=A′(θ)η′(θ)∣∣θ=θ0(6a)
n
L(θ∣x)=∑i=1nlnh(xi)+η(θ)∑i=1nT(xi)−nA(θ)
θ0
θ^(x):1n∑i=1nT(xi)=A′(θ)η′(θ)∣∣θ=θ^(x)(7)
(7)(6a)2 θθ^3,4,5,6θ^6aθ^
Eθ^(x)[T(X)]=A′(θ)η′(θ)∣∣θ=θ^(x)(6b)
(7)
Eθ^(x)[T(X)]=1n∑i=1nT(xi)
θ^(x)θx
n=1